Banca dati CEI OA

L'Arcidiocesi di Trento ha completato nel settembre 2011 l'inventario informatizzato dei beni di interesse storico, artistico e liturgico di proprietà ecclesiastica, un progetto promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana tramite il coordinamento e la promozione dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici.

La gestione della banca dati è stata affidata al Museo Diocesano Tridentino, che ne cura l'aggiornamento. Le schede della Diocesi di Trento sono consultabili, attraverso la maschera di ricerca guidata, al sito www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/


Gli inventari diocesani pubblicati su BeWeb offrono un set minimo di dati descrittivi dei beni inventariati, corredati dalle immagini in bassa risoluzione. Per consultare la versione integrale delle schede è necessario inviare una richiesta al Museo Diocesano Tridentino. La domanda va presentata scrivendo una mail a collezioni@mdtn.it. La consultazione, concessa solo su appuntamento e per motivi di studio, avverrà in presenza di un responsabile del Museo.

È possibile fare richiesta di immagini di opere dalla banca dati dell'Inventario diocesano compilando l'apposito modulo online

Cosè il progetto di inventariazione dei beni storico artistici delle diocesi italiane

A partire dal 1997 le diocesi italiane sono state impegnate in una imponente e capillare campagna di inventariazione informatizzata dei beni storici e artistici di loro proprietà. Il servizio è stato promosso e coordinato dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana (UNBCE).

Il lavoro di rilevamento del patrimonio ecclesiastico è stato condotto rispettando gli standard dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e si è affiancato a quello promosso da decenni per scopi di tutela e conservazione del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC).

Sono state schedate le opere mobili presenti in tutte le chiese, parrocchiali e sussidiarie, in qualche museo diocesano e palazzo vescovile, senza limiti cronologici, garantendo la documentazione di oggetti realizzati fin ai nostri giorni. L'inventario diocesano è infatti anche finalizzato a fini patrimoniali e di gestione dello stesso. Vengono testimoniati attraverso schede documentarie anche quei beni non più rintracciati durante il sopralluogo del rilevamento ma oggetto di campagne di catalogazione precedenti.

La campagna di inventariazione dei beni culturali di proprietà ecclesiastica dell'Arcidiocesi di Trento ha preso avvio nel 2005 e ha potuto contare sul contributo erogato dalla Provincia Autonoma di Trento in base a quanto stabilito nell'Accordo di collaborazione tra la Provincia autonoma di Trento e l'Arcidiocesi di Trento per la catalogazione dei beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche (2005). Dopo più di sei anni dall'inizio dei lavori, affidati a una selezionata équipe di storici dell'arte e fotografi professionisti, la campagna di inventariazione dei beni culturali di proprietà ecclesiastica dell'Arcidiocesi di Trento è giunta al termine nel settembre 2011. Sono state compilate 124.138 schede corredate da 144.167 fotografie digitali in alta risoluzione.

La banca dati è consultabile on-line all' indirizzo: www.beweb.chiesacattolica.it


Cos'è il BeWeb

BeWeB - acronimo di beni ecclesiastici in web - è un'iniziativa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana e realizzata dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici (UNBCE) della Segreteria Generale della CEI.

Il progetto affonda le sue radici nei progetti: Inventario dei beni storici e artistici (progetto CEI-OA), Censimento dei beni architettonici (progetto CEI-A), Riordino e inventariazione informatizzata degli archivi ecclesiastici (progetto CEI-Ar), Catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane (progetto CEI-Bib), Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici (progetto AICE), promossi e coordinati dall'UNBCE in ottemperanza dell'Intesa firmata tra Stato e Chiesa nel 2005 (che sostituisce quella precedente del 1996) e realizzato autonomamente dalle diocesi e dagli istituti culturali, uniche garanti della scientificità del lavoro.